La domanda di Stefania, ovvero i giovani bravi, i giornali e la polenta concia

Lo straccio

Quest’anno avevo deciso di non scrivere il mio tradizionale racconto del Premio Subito (che in passato avete conosciuto come Spotorno Subito) e che si è svolto due settimane fa nella cornice montana di Gressoney. Il motivo per cui avevo scelto il silenzio è molto semplice: sono geloso. Sì, geloso: di quel garbuglio gordiano di pubblico e privato, delle chiacchiere che completano gli interventi sul palco, magari a tavola, magari davanti a un bicchiere o passeggiando, degli amici vecchi e di quelli nuovi. Geloso persino di quella domanda “e tu cosa fai?” a cui rispondo ogni anno con perifrasi sempre più ricercate. Volevo tenerlo per me il Premio, farvi vedere due foto e punto. Pensavo: “volete sapere com’è? Veniteci”.

Tornavo dal Premio, ogni anno, con qualche risposta e molte domande. Sul senso, il valore e le possibilità del comunicare, del raccontare le storie e il mondo. Sui modi, quelli vecchi e…

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